Jack Cannon –> 16 Febbraio 2018

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Jack Cannon –> 16 Febbraio 2018

‘Jack Cannon è lo pseudonimo scelto per il primo album solista da Bruno Dorella, musicista di spicco della scena underground nazionale con un curriculum vitae di tutto rispetto, in cui trovano spazio esperienze in formazioni poliedriche (Bachi Da PietraRonin, OvO, SIGILLUM S) e persino un episodio come direttore della Byzantium Experimental Orchestra. Questa volta, però, Dorella fa tutto da solo, occupandosi di batteria, chitarra, basso, percussioni e persino della parte elettronica. Ad aiutarlo nell’impresa ci pensa soltanto qualche amico alla voce, ognuno con un proprio ruolo ben circoscritto: non dei semplici turnisti addetti alle sezioni vocali, dunque, ma veri e propri personaggi che operano all’interno del teatro surreale allestito da Dorella.

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L’intero lavoro, formato da un lungo brano per lato, è stato ispirato da “Trama – Il peso di una testa mozzata”, romanzo a fumetti di Ratigher pubblicato nel 2011. Il mostro di fango armato di forcone – presente in quelle pagine – prende quindi definitivamente vita all’interno dell’album, tenendo in ostaggio l’ascoltatore minuto dopo minuto. Al miraggio della voce di Matteo Sideri aka Tegu (Ronin, Above The Tree) è affidato il racconto della storia del mostro in lingua inglese, sopra un papier collè di percussioni etniche, field recording, voci esotiche, cori tribali in loop e arpeggi suadenti.
Dopo la minaccia iniziale, che appare tuttavia dissimulata da ritmi mistici e allettanti, la parte finale esplode invece in un climax frenetico di chitarre irascibili e declamazioni sardoniche (“non siamo niente/ siamo anime fuse nella pelle”). La seconda metà del disco riparte in seguito con l’avvincente lettura di Dino Buzzati da parte dell’attore Marco Cavalcoli (della compagnia ravennate Fanny & Alexander), che lascia in seguito il posto all’agile rap del modenese Moder nelle veci di Kurt Vonnegut, prima dello straniante finale a voce distorta.

In definitiva, si tratta di un album il cui ascolto è un’esperienza che non può lasciare indifferenti, composto da un crescendo dai toni epici e dagli stravolgimenti repentini. Non c’è alcun personaggio in cui immedesimarsi, né alcuna luce in fondo al tunnel: così Jack Cannon rapisce e annichilisce l’ascoltatore in poco più di mezz’ora di orologio.’

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